domenica 12 febbraio 2017

L'economia va insegnata dalla terza elementare.

Nel mio vagabondare, probabilmente zoppo, non trovo nessuno che lo dica così chiaro e tondo. Per cui lo faccio io.

L'economia è importante - per la vita di un cittadino libero - quanto la grammatica e l'aritmetica, quanto la geografia e la storia. Ne ha bisogno per respirare.

Il problema dell'economia, mi sembra, non è che sia più difficile della grammatica, dell'aritmetica, della geografia e della storia. Il problema è, forse, che l'economia è una storia di idee che si scontrano tra loro (e, più raramente, con l'empirico).

Va bene, sarebbe il caso comunque di insegnarla come tale, nelle scuole, fin dalle elementari. Servono profondi conoscitori di queste idee che sappiano metterle tutte in chiaro, nel loro susseguirsi logico e storico. Che scrivano un "sussidiario di economia" per bambini di otto anni.

E' un esercizio dal quale la stessa economia trarrebbe giovamento. Un bambino di otto anni non sa nulla di politica. Eppure si chiede cosa succede nel mondo, da dove arrivano i soldi, dove vanno. Da dove vengono le merci. Cos'è un lavoro, cos'è una tassa, cos'è un prezzo. L'economia è una visione aperta e completa del mondo, che per funzionare - per essere convincente - ha bisogno di mettere tutte le carte sul tavolo. E' una fisica degli scambi tra persone.

Forse non si insegna a scuola perchè non c'è mai stato nessuno capace di insegnarla. Questo non toglie che sia necessario provarci.

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